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Colori a vista

L’essere umano, a differenza di molti animali, ha la fortuna di vedere tantissimi colori, tutti quelli che sono presenti nel cosiddetto spettro visibile dello spettro elettromagnetico. Questa porzione di spettro che l’occhio umano percepisce si situa tra i 380 e 780 nanometri circa (alla lunghezza d’onda minore corrisponde la gamma cromatica blu-violetto, a quella maggiore corrisponde invece la gamma dei rossi).

Il fascino dei colori ha spinto diversi scienziati a studiare per capire come e quando l’uomo si è differenziato dalle altre creature, iniziando a precepire altri colori.

I ricercatori, guidati da Shozo Yokoyama, biologo della Emory University di Atlanta (USA) dopo 20 anni di lavoro, sono riusciti a ricostruire il percorso evolutivo che ha portato l’uomo a percepire tutti i colori dell’arcobaleno. Hanno scoperto che tra i 45 e i 30 milioni di anni fa, un antenato comune a tutti i mammiferi placentati ha aggiunto alla capacità di percepire la lunghezza d’onda del rosso e dell’ultravioletto, quella di vedere il verde.  Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PLOS Genetics. (leggi qui)

Ognuno di noi, a seconda delle sue capacità visive, percepisce i colori in maniera differente. Gli stessi occhi possono percepire la tonalità del colore in modo diverso. Ad esempio il mio occhio destro percepisce i colori con tonalità più scure, il sinistro con tonalità più chiare e il colore finale che vedo non è altro che una media delle due percezioni a livello cerebrale.

Questa strana percezione visiva non può che suscitar curiosità in me. Come gli altri percepiscono i miei dipinti? Vedono le tonalità di colore come me o in modo differente? Quando creo scelgo quelle tonalità per un motivo, ma è molto probabile che l’osservatore le veda in modo differente e quindi potrebbe avere reazioni differenti da quelle che vorrei suscitare. È un po’ quello che avviene nel mondo digitale, un’immagine che segue il modello CMYK su schermo assume tonalità differenti, quelle del modello RGB, e per tanto potrebbe non uscitare lo stesso apprezzamento e viceversa. Lo stesso problema accade tra monitor e monitor che usano comunque il modello RGB ma hanno tarature differenti.

Almeno per questo ultimo aspetto preferisco di gran lunga i lavori tradizionali a quelli digitali. Così “all’handicap umano non si somma quello delle macchine”.